Comprai una cinepresa 16mm senza sonoro e iniziai a girare Eat Your Make-up . Presi il titolo da uno slogan pubblicitario di caramelle a forma di rossetto "il make-up che ti divori" .Nel film Maelcum Soul faceva la parte di una governante squilibrata che, con l'aiuto del suo fidanzato di un'eleganza malconcia (David Lochary) ,rapiva giovani modelle e le costringeva a sfilare sino alla morte di fronte ai loro amici fanatici. Marina interpretò la modella protagonista rapita, vestita con tutti i suoi miniabiti pop-art preferiti e diede un' interpretazione grande e sofferta. Mona e Bonnie interpretarono le altre modelle vittime. Divine interpretò uno dei folli invitati del party, che scalciava e urlava contro le modelle, fino a che queste non collassavano stroncate dalla moda. La maggior parte del film fu girato nel giardino di fronte alla casa dei miei genitori, o "appezzamento del Dreamland" , come lo chiamavamo noi.
Mentre stavo montando il film, la star, Marina Melin, andò un po' fuori di testa e venne ricoverata in un ospedale privato per un periodo di riposo. LSD, l'anfetamina, e la pressione della moda contribuirono tutte insieme al suo esaurimento, ma penso che il sonoro di Eat Your Make-up ne fu il maggior responsabile. Ogni giorno cercavo di sincronizzare il sonoro del registratore con la pellicola completata ma ciò era quasi impossibile. Feci andare il segmento iniziale tutto il giorno per 2 settimane di fila, cercando di farlo combaciare per bene, e il suo tono monotono iniziò a ipnotizzarci tutti. " Make up... Make up.... Make up... Oh , Dio, Make up...." gemeva l'attrice all'infinito mentre leccava e accarezzava portacipria, eyeliner a pennello e rossetti. Persino il capo fontaniere al piano di sotto commentò: " Che cos'è quel verso?Pensavo che qualcuno stesse partorendo o qualcosa del genere, ma non volevo dire niente". Infine Marina mi disse: "John ,alla fine mi sono mangiata il mio Make-up". Mi resi conto che c'era qualcosa che non andava, quando iniziò a mettersi abiti da sera e diademi solo per andare giù la mattina a portare la spazzatura.
Andavo sempre a trovare Marina all'ospedale e fui contento di vedere che aveva attaccato il poster della presentazione di Eat your Make up nella sala da giorno. Gli altri pazienti guardavano curiosi la foto di Marina incatenata ad un muro con indosso il suo vestito alla Histoire D'O e , quando lei diceva di essere una stella del cinema, tutti rispondevano ridacchiando: " Oh, certo". Era come se Eat your make up fosse maledetto. Feci partecipare il film a una gara studentesca in un college d'arte del luogo, ma la giuria iniziò a gridare: " Basta!" arrivati a metà del film. Chiamarono la chiesa dove avevo in mente di presentarlo e dissero al reverendo che era "pernicioso" e di non mostrarlo. Il reverendo si rifiutò di cancellare la serata di apertura, così i giudici del festival cinematografico chiamarono quelli dell'ufficio imposte che si fecero vivi e dissero che non potevamo far pagare l'ingresso. Invece di vendere i biglietti ci era consentito raccogliere donazione alla fine di tutti e tre gli spettacoli se avessero fatto il tutto esaurito,ma dato che il film aveva offeso così tanta gente il nostro Box-office non fu neanche lontanamente alto come avrebbe dovuto essere. Nessuno dei critici cinematografici locali lo recensì e l'unica pubblicità che ottenne fu sulla rubrica " Scenes" di Howard Smith sul " Village Voice" .Qualche settimana dopo la presentazione Maelcum Soul morì. La morte di Maelcum ci intontì completamente tanta era l'influenza di lei sui nostri atteggiamenti verso il mondo. Ci facemmo largo diretti al suo funerale in mezzo alle sommosse sorte in seguito alla morte di Martin Luther King e rimanemmo sconvolti nel vederla preparata per il funerale senza il suo consueto make-up. Tutti volevamo sgattaiolare di nascosto verso la bara e coprire le rughe ma la madre di lei riuscì a consolare quelli che erano in lutto tirando fuori delle fotografie glamour di Maelcum e dicendo:" Maelcum era tutto ciò che avrei voluto essere in vita mia, ma non ho avuto il coraggio di esserlo" .
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