La mia più vecchia amica è Mary Vivian Pearce, ma non usava mai il suo vero nome eccetto nei miei film.Tutti l'hanno sempre chiamata Bonnie e noi ci conosciamo da quando siamo nati. I genitori di Bonnie e i miei sono stati grandi amici, fino a quando io e lei non abbiamo iniziato ad uscire insieme da ragazzini; allora hanno smesso di parlarsi e hanno ricominciato solo poco tempo fa. A Bonnie piaceva molto decolorarsi i capelli e andare in giro con i ragazzi. Era stata espulsa da innumerevoli scuole private e tutto quello che voleva fare era andare a cavallo e giocare d'azzardo. Trovavamo ogni modo per divertirci: facevamo un ballo scandaloso chiamato il "bodie green" alla nostra associazione locale Gioventù Cattolica, piombavamo nei ristoranti e innervosivamo i clienti "guardandoli mangiare", o rubavamo borsette nei ritrovi abituali dopo scuola. Ci piaceva in modo particolare tirare le palle di neve alle macchine e diventammo così famosi che un giornalista di cronaca locale, il signor Spione del "Sun" di Baltimora, ci fece la nostra prima recensione. L'articolo ci piacque molto e lo ritagliammo per metterlo nel nostro album di ritagli di giornale, ma non potevamo fare a meno di sperare che il cronista avesse conosciuto il resto della storia:avrebbe potuto scrivere un altro bell'articolo in seguito al primo. Nei giorni in cui non c'era neve, compravamo scatole di caramelle Dot e tiravamo quelle alle macchine al posto delle palle di neve.Lo chiamavamo:"andare a Dotteggiare" . [...]
A me ed a Bonnie piaceva molto anche andare alle feste e, una volta scoperto l'alcool, al nostra vita sociale decollò. Ci intrufolavamo in ogni festa di cui sentivamo parlare anche se non sapevamo neanche che faccia avesse chi l'aveva organizzata.Di solito queste feste consistevano in 20 o 30 coppie di adolescenti affollati in uno scantinato con genitori nervosi che a tratti accendevano la luce per reprimere qualsiasi tentativo di "strusciamento". Piombavamo direttamente dentro, ci dirigevamo subito verso l'armadietto degli alcolici dei genitori e cominciavamo a tracannare. Rubavamo sempre i dischi migliori e a volte vomitavamo. Non ci volle molte perché nel giro delle feste da ragazzi si spargesse la voce che eravamo ospiti inopportuni.
Quando ci fu dato l'ostracismo dai raduni sociali , Bonnie lavorò come baby-sitter, così avevamo un luogo dove scatenarci.[...] quando i genitori uscivano io mi piombavo a casa e ci scolavamo la scorta di alcoolici e iniziavamo a curiosare nella loro roba.A volte facevamo telefonate oscene a caso al centralinista, che così tagliava la linea. Poi ci mangiavamo tutte le provviste e a volte collassavamo. Se mai i genitori tornavano a casa prima del previsto io dovevo solo uscire di corsa dalla porta d'ingresso. Non c'è bisogno di dire che la carriera di Bonnie come baby-sitter durò poco.
Ormai era arrivata voce ai nostri genitori che eravamo un duo micidiale. I genitori di Bonnie pensarono che io avessi una cattiva influenza su di lei e i miei pensarono la stessa cosa di Bonnie. Ci proibirono di vederci ma questo non ci fermò. Bonnie prendeva appuntamenti con dei tipo normali così da poter almeno uscire di casa. Io aspettavo lungo la strada, al segnale dello Stop, e quando Bonnie e il "ragazzo dell'appuntamento" si avvicinavano lei saltava giù dalla sua macchina e balzava nella mia e ce ne andavamo lasciando il giovanotto molto confuso e deluso a girare a vuoto in macchina.
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